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Un autoscatto di speranza contro ogni realtà |
Lui.
Io c'ho ancora una decina di giorni di lavoro e poi faccio una settimana di vacanze. Ma prima di ferragosto rialzo la serranda.
E così colgo l'occasione (non badate a questa prosa aulica, è il caldo... ) per fare un piccolo punto della situazione blogghesca.
Devo dire che sono soddisfatto di come sta andando il nuovo blog. Ho molti meno contatti di prima, parlo di quando c'era Il Garage di Demetrio, ma ci sono stati alcuni post che mi hanno soddisfatto quanto a commenti e dibattiti scaturiti.
Sto riuscendo a dargli un'impostazione più diaristica, o meglio colloquiale, alla ricerca del mio passato, e vorrei continuare così.
Non faccio discorsi colti sull'importanza o la valenza di avere un blog, su come fare a 'sfondare' nel mondo blogghesco, ecc. . Queste cose le lascio agli addetti ai lavori che, più che un blog, sembrano gestire raccoglitori di 'cose', che ricercano solo l'effetto, che scrivono solo di sé stessi per dire: 'quanto sono bravo!'; 'avete visto che con questo post ho raggiunto mille mila contatti?'; 'ma lo sapete che il mio bog è al 12345° posto se digitate il suo nome su Google?'; 'no, no, non mi ringraziate, tutto questo lo faccio per voi che mi adorate e mi idolatrate'; e via discorrendo.
Non credete che ci siano blogger che scrivono solo questo?
Ci sono, ci sono... e sono veramente seguiti da mille mila contatti! Questo mi fa pensare che, fortunatamente, non diventerò mai uno bravo.
E proprio per questo non dovrò avere l'obbligo di pubblicare ogni giorno qualcosa altrimenti lo sponsor (si! questa gente ha lo sponsor che sgancia!) mi dice aurevoir e devo tornare a lavorare sul serio.
Mi sono sfogato? No, non ce l'ho con nessuno, ma vedere e leggere certe cose... Capisco il blogger che si impegna su un argomento, che ne sa veramente qualcosa, che cerca di condividere il suo sapere con gli altri; ma chi va avanti solo con: ieri ho avuto X commenti, che ne dite se cambio l'immagine di copertina?, oggi c'ho le mie cose, mi fa pena, sinceramente.
Penso che la sua vita sia fatta solo di queste cose, di cose che non riesce neanche lui ad afferrare, che si arrampica sugli specchi per mantenersi vivo anche nella realtà quotidiana.
Basta.
Ecco, allora il blog va in vacanza e, a meno di clamorose novità (tipo: mi hanno rapito gli alieni o cambio sesso e mi trasferisco in Islanda), ci risentiamo dopo ferragosto.
Prima di chiudere vorrei lasciare comunque una piccola traccia di riflessione: sapete che io sono cattivo e anche in mezzo a questo caldo afoso vi obbligo a far andare i neuroni!
Guardavo stamane i giornali e vedevo due immagini, che non metto per motivi che capirete.
La prima è quella dell'esplosione causata da una kamikaze infiltrata in mezzo ad un gruppo di ragazzi ieri a Suruc, a quindici chilometri da Kobane dove progettavano di ricostruire una biblioteca e un centro culturale. Ragazzi che avevano in cuore una speranza e tanta voglia di viverla, di costruire invece che distruggere. E che hanno pagato con la loro vita proprio mentre gridavano al mondo quel che erano arrivati a fare. Sono quelli della foto di copertina fatta qualche istante prima di morire.
La seconda immagine è quella che ho visto sulla pagina facebook di un ragazzo, italiano questa volta, morto ammazzato in questi giorni e che ora tutti piangono per la sua bontà: il solito angelo che ora ci guarda da lassù. Bene, l'immagine è una vignetta in cui qualcuno mette una pistola in bocca ad un poliziotto, spara e il colpo provoca la fuoriuscita del suo cervello. Un'altra foto di questo profilo mostra un ragazzo a terra attorniato da siringhe, profillattici, pillole ecc. a mo' di corona sulla sua testa. E poi ancora una scritta sul muro molto offensiva nei riguardi di giudici e polizia. Non vado avanti.
Mi dispiace aver solo accostato i ragazzi di Suruc a quest'essere ignobile, il cui cervello doveva essere andato in pappa già da un po'.
Non dico altro e non mi interessa di attirarmi le ire di chi pensa che bisogna smettere di criticare, che in tutti c'è qualcosa di buono e che tutti hanno il diritto di esprimere quello che hanno in testa. Spero solo che, la vita, sia come quella dei ragazzi di Suruc, perché un mondo come descritto (e si presume vissuto) dal secondo tizio mi fa paura, anzi vomitare.
Vi lascio con qualcosa di più leggero adatto a queste ultime riflessioni. Buone vacanze a tutti!
L'oste Juan