venerdì 8 marzo 2019

Luddista intellettuale a chi?

Ci stanno facendo perdere in un ingranaggio più grande di noi
Si diceva nel post precedente del luddismo: mi sto scoprendo luddista intellettuale.
Questo titolo, in verità (vogliamo definire: epiteto?), mi venne attribuito quando amministravo l'altro blog, anche se non ricordo di preciso per quale motivo.
E ora che le cose sono cambiate e mi ritrovo a vivere una nuova stagione di pensiero e di fede, mi accorgo che il luddismo non è lontano da me.
Se capiamo cos'è il luddismo, forse posso anche spiegare meglio come l'intendo io, visto che non mi occupo di telai e fabbriche tessili, ma appunto di pensiero e di fede.
Riporto la definizione dell'Enciclopedia Treccani:
Movimento operaio che in Gran Bretagna, nel 19° sec., reagì violentemente all’introduzione delle macchine nell’industria (ritenute causa di disoccupazione e di bassi salari); prende nome dall’operaio Ned Ludd, che nel 1779 avrebbe infranto un telaio. Gruppi organizzati di luddisti entrarono in azione per la prima volta a Nottingham nel 1811; la rivolta si estese nello Yorkshire, Lancashire, Derbyshire e Leicestershire. Gravi incidenti occorsi nel 1812 provocarono una dura repressione, con impiccagioni e deportazioni dei rivoltosi, e l’organizzazione parve disciolta. Nel 1816 si verificarono tuttavia tumulti analoghi, sempre con centro a Nottingham ed estesisi poi in quasi tutto il Regno e si ebbero nuove repressioni; pose fine all’agitazione il miglioramento della situazione economica generale.
Di certo Ned Ludd, se mai è esistito, non era contrario al progresso, ma solo preoccupato della disoccupazione e dei bassi salari come conseguenza dell'introduzione delle macchine tessili. La sua lotta e quella dei suoi compagni, anche violenta, era un grido non contro le macchine in sé (avevano orecchie le macchine? potevano sentire e capire?) ma contro un mondo che stava cambiando senza tenere conto dell'uomo, calpestandolo. Che, già da allora, si stava rivoltando contro il suo creatore.
Oggi, a distanza di più di 2 secoli, ridiamo con sufficienza di quelle persone e le chiamiamo con verbo sprezzante "luddisti". Ma poi vomitiamo veleno contro i robot che stanno sostituendo l'uomo nelle fabbriche.
Magari scrivendo un twitt su un ipertecnologico smartphone da 1000€.
Harry Pass, in tutto il suo fulgore...
Ecco, io mi trovo in mezzo ad un mondo dove sono tutti pazzi per la modernità non tanto e non solo tecnologica, ma anche intellettuale, sociale. Oggi se non sei Henry Pass non ti si nota. Se non urli volgarità (profumatamente pagate) come Fabrizio Corona all'indirizzo di Riccardo Fogli all'interno di un vomitevole programma presentato da una tizia a cui non resta che presentarsi nella prosima puntata completamente nuda (visto che non ha più vestiti da togliersi o da rimpicciolire) non sei argomento di discussione.
Bene, questo mondo non fa per me.
Questo mondo qualcuno l'ha costruito e lo sta usando (e non sono complottista!) come metodo di distrazione di massa per allontanarci dal centro di noi stessi, per rubarci l'anima.
Per rubare all'uomo la sua essenzialità e sostanzialità.
Forse ho messo qualche tassello in più per spiegarvi cosa intendo quando dico di essere un luddista intellettuale.

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